Bepi Marzulli

Bepi Marzulli

Barese di nascita, studi superiori a Torino e Roma, la sua città di adozione, Bepi Marzulli è iscritto all'Albo dei Giornalisti dal 1977. Le origini familiari, radicate nell'imprenditiorialità di cinema e teatro, gli hanno consentito, giovane studente universitario, di accostarsi al mondo dell'editoria scrivendo numerosi soggetti e sceneggiature per la più importante casa editrice di fotoromanzi, la Lancio, di cui, anni dopo, è stato Direttore Generale. Ha lavorato per molti anni a Parigi, a capo della Rusconi France, dirigendo riviste di moda come Femme e Mariages, di arredamento, Décoration Internationale, e di archeologia come L'Archéologue e Archéologie Nouvelle

Tornato a lavorare in Italia, ha creato e dirige da oltre vent'anni Axioma, una società di outsourcing editoriale che produce periodici e contenuti giornalistici per Editori come Mondadori, Rizzoli Rcs, Cairo. Collabora con varie testate, scrivendo di vari argomenti tra cui enigmistica e gastronomia.

È l'indiscusso re della cravatta in tutto il mondo. Da Parigi a Londra, da Tokio a New York non c'è uomo di classe che non aspiri a indossare una cravatta Marinella. La sua azienda si fregia di due blasoni eccezionali: l'Ordine della Giarrettiera, quale fornitore ufficiale della Casa Reale inglese e lo Stemma Borbonico. È Cavaliere al merito del Lavoro e tra i suoi clienti annovera Bill Clinton e Tony Blair, Nicolas Sarkozy e François Mitterrand, Giorgio Napolitano e Sandro Pertini, per non citare attori famosi e scienziati di fama mondiale. Maurizio Marinella ci dà appuntamento alle 7 del mattino (sì, proprio alle 7!), nella sua boutique al 287/a della Riviera di Chiaia, a Napoli, e ci accoglie con un vassoio di sfogliatelle ancora calde e un ottimo caffè fumante.

Questa estate giravo per strade e mercatini di Parigi (tipo rue Mouffetard, nel 5ème, per intenderci), con Carla, una mia amica italiana, una che ha girato il mondo, sempre assetata di sapere e avida di conoscenze. Con un caldo quasi equatoriale, passiamo davanti a un banco di frutta e verdure dove Carla, scopre qualcosa che sembra interessarla moltissimo. Si tratta di coloratissimi figues de Barbarie, come noi chiamiamo i vostri fichidindia. 

Quando il tovagliolo fa la sua comparsa a Parigi nel XVI secolo, viene subito utilizzato per decorare la tavola. Grazie alle sue piegature artistiche, si trasforma in cigni, in cani o in fiori. Caterina de’Medici apprezzava molto le scene di caccia. Da allora, l’uso del tovagliolo ha subito una grande evoluzione in Francia… 

Se non sapete che cosa sia un croque-monsieur, non conoscete niente della Francia e soprattutto di Parigi. Se, pensando di fare una vacanza a Parigi, non vi viene voglia di un croque-monsieur, meglio cambiare destinazione. Andate a Bruxelles dove forse vi verrà voglia di mangiare moules-et-frites. Oppure, se non vi piacciono le moules, cioè le cozze, potete andare a Londra dove al posto delle cozze vi daranno dei pesciolini fritti con le patatine e mangerete il regolare britannicissimo fish-and-chips. Ma, senza voler sminuire le glorie gastronomiche di altri Paesi, se fossi in voi mi informerei a fondo sul croque-monsieur e non rinuncerei affatto ad andare a Parigi...

«Il mio Champagne preferito è il Louis Roederer Cristal ». La persona che mi ha invitato a bere un calice di champagne a La Societé, a Saint-Germain-de-Prés, mi guarda quasi in imbarazzo, non si aspettava che rispondessi con tanta precisone alla sua domanda sulle mie preferenze in fatto di champagne. Mi rendo conto di avere fatto una gaffe, perché proprio in quel momento una bellissima ragazza ci sta già servendo due calici di uno champagne che non è certo il Louis Roederer Cristal…

Rispondo alla mia amica Germana che mi rimprovera di non avere organizzato, durante il suo ultimo soggiorno a Parigi, nemmeno una serata in uno dei grandi ristoranti della capitale. “Tanto di cappello alla grande cucina francese - dice Germana - ma mi avevi promesso una visita ad almeno uno dei monumenti della ristorazione parigina!” Hai ragione: non ho mantenuto la promessa e me ne dispiace. Posso tentare di rimediare raccontandoti la storia di uno dei più celebri ristoranti di Parigi: Le Train Bleu. 

LA COLATURA DI ALICI …

Non avete idea di quanti italiani abitino Parigi. Ve ne sono in tutti gli arrondissement, ma specialmente sulla Rive gauche. Il Quartiere Latino (5° e 6° arr.), per esempio, è abitato soprattutto da chi è a Parigi per motivi di studio. Sono giovani preparati e intelligenti, innamorati della nostra città di cui, a volte, conoscono aspetti e luoghi che noi neppure sospettiamo. Disponibili e cortesi, fanno presto amicizia e hanno un'incredibile capacità di adattarsi a parlare una lingua che non è la loro. Hanno una tale predisposizione ad apprendere usi e costumi locali che quasi li scambieresti per veri parigini.  

Tutto cominciò nel gennaio del 1686, alla corte di Francia, quando Luigi XIV si ammalò improvvisamente. Sembra che il Re Sole si fosse ferito sedendosi involontariamente sulla punta di una piuma che emergeva da uno dei cuscini della carrozza reale. 

Si dice: “rosso pomodoro”, “verde pisello”, “giallo peperone”, ma avete mai sentito dire: “viola carota”? Mai, ci scommetto. Eppure, un tempo, il "viola carota" ci stava, eccome! In origine, infatti, i colori prevalenti della carota erano quelli della varietà violacea o quelli tendenti al grigio. 

 

Un bel jeans merita, e soprattutto richiede, una cura e un mantenimento particolari. Ecco i consigli da Monsieur, la rivista maschile più antica del mondo (lanciata in Francia nel 1920 da Jacques Hébertot e Paul Poiret, riflette un “Art de Vivre all’insegna dell’Eleganza”, sempre fedele ai propri tempi). Ma, per prima cosa, un po’ di cultura jeans…