CINEMA D'ALTRI TEMPI

1944. A Bari, la mia città, erano arrivati i liberatori, gli Alleati. Le autorità avevano imposto il coprifuoco. Chi lo infrangeva rischiava il carcere. Al suono sinistro delle sirene che annunciava l'inizio del confinamento notturno, la gente si rinchiudeva in casa, le strade diventavano improvvisamente deserte.

SAN ROCCO E IL CANE

Sopratutto nel terribile momento che stiamo vivendo, si incontrano per strada sparute coppie che procedono insieme, ma non affiancate, badando bene a mantenere una prudente distanza di sicurezza tra loro. Uno dei due precede l'altro di un passo o poco più, una piccola distanza, ma costante. Ho sentito giorni fa un commento malizioso di fronte a una situazione simile: «Sembrano San Rocco e il cane!»

 Sapete tutti che cos'è Instagram, vero? Nato soltanto dieci anni fa è diventato uno dei social network più diffusi sul pianeta. Negli ultimi anni, ha reso possibile ai fotografi dilettanti di ogni angolo del mondo di condividere istantaneamente con chiunque e dovunque i loro ricordi più belli. Qualche giorno fa ero a Milano, una città ricca di tesori dell'architettura moderna e di luoghi straordinariamente fotogenici. Ne ho segnati alcuni e ve li propongo, nel caso voleste… Instagrammarli.

L'accento va messo sulla prima «o», ed è un accento grave. Quindi si legge Grigòlo, il nome di uno dei tenori più famosi del panorama musicale mondiale. Quell'accento è forse soltanto un vezzo, ma lui ci tiene. Vittorio Grigòlo è fatto così, un carattere tutto particolare o, come gli piace dire: «un po' troppo particolare».

LA FORCHETTA, QUESTA (S)CONOSCIUTA

La prima volta che il papà di quella che poi sarebbe diventata mia moglie, un signore francese vecchio stampo, è venuto a cena a casa mia, l'ho visto esitare prima di prendere posto a tavola. In piedi, si è messo a fissare qualcosa che lo infastidiva e sembrava metterlo a disagio. Ha girato lo sguardo intorno, come per accertarsi che nessuno stesse seguendo le sue mosse, poi con un gesto rapido, quasi furtivo, ha afferrato ognuna delle forchette alla sinistra dei posti a tavola e le ha rovesciate, in modo che i rebbi della posate non fossero più rivolti verso l'alto, ma poggiassero sulla tovaglia. Poi, soddisfatto, si è messo a sedere: missione compiuta!

Presentare a Napoli un libro che racconta “Storie di cucina” è qualcosa di unico e favoloso. A me è capitato. Il calore dell'accoglienza è unico, la sensazione che l'amicizia sia ancora e sempre un valore assoluto ti riscalda il cuore. Ma ciò che più conta è constatare il legame profondo esistente tra la cultura di questa magnifica città e le sue tradizioni legate al cibo, all'alimentazione, alla gastronomia.

Ospite della Libreria Rizzoli in Galleria a Milano, ho presentato il mio primo libro: “Storie di cucina”. Di fronte a un pubblico interessato e divertito, Anna Santini di “Grazia” ha condotto brillantemente la serata, ponendomi molte domande…. 

Conosco Maurizio Marinella da molti anni, da quando lo incontrai per la prima volta nel suo famoso negozio di Napoli, sempre affollato di clienti e di celebrità. Un uomo semplice, ma elegante nel portamento e nei modi. Un napoletano vero, d'altri tempi. Mi accolse con particolare calore, con la stessa affabilità e cortesia che riserva ai personaggi celebri della politica, della scienza, della società civile che riceve ogni giorno.

Tutto cominciò nel gennaio del 1686, alla corte di Francia, quando Luigi XIV si ammalò improvvisamente. Sembra che il Re Sole si fosse ferito sedendosi involontariamente sulla punta di una piuma che emergeva da uno dei cuscini della carrozza reale.