Ho navigato un po' sul web, cercando chiarimenti nell'iconografia religiosa dedicata a San Rocco, un Santo molto venerato non solo in Italia. E ho scoperto una bellissima storia.
Tutte le rappresentazioni pittoriche di questo Santo, lo ritraggono insieme ad un cane, una piccola e docile bestiola, sempre un passo indietro o seduta ai suoi piedi. Lo sguardo amorevolmente rivolto verso quell'uomo dall'aspetto ieratico, che quasi non si accorge di tanta devota attenzione, ma che in fondo sembra compiaciuto dalla situazione.
Viene subito da pensare che forse San Rocco (1295-1327), nel suo pellegrinaggio a piedi da Montpellier in Francia verso Roma si fosse imbattuto in quel cagnetto randagio e affamato, malato e denutrito, e se ne sia preso cura. Dopo averlo rifocillato e curato, forse lo ha tenuto con sé, facendone il compagno del suo pellegrinare. Ed ecco che poi la bestiola, grata, ha cominciato a seguirlo, guardandolo sempre con amore e riconoscenza. Tanto da convincere artisti di grande talento, tra cui il Parmigianino (1503-1540) e Bernardo Strozzi (1581-1644) a riprodurre nei loro dipinti sia il Santo che il cane.
A leggere bene la storia, però, viene fuori qualcosa di imprevisto. Si narra infatti che Rocco, essendosi privato di tutti i suoi beni materiali per vestire il saio francescano, sia venuto a piedi in Italia per soccorrere e curare la povera gente colpita da una spaventosa epidemia di peste.
Dopo essere stato a Roma, a pregare sulle tombe dei santi Pietro e Paolo, riprese il suo cammino per tornare in Francia, continuando a curare e anche a guarire molti malati. Ma, giunto in Emilia Romagna, scoprì di essere stato colpito dall'epidemia. Scacciato dalla gente e privo di cure e di assistenza, trovò rifugio in una grotta, in un bosco nei pressi di Sarmato, in una capanna vicino al fiume Trebbia.
Lì avrebbe concluso la sua giovane vita se un piccolo cane non lo avesse scovato per caso, tremante, scosso da brividi di febbre, stremato e privo di forze. Con una sensibilità inimmaginabile, la bestiola gli porta un tozzo di pane sottratto alla mensa del suo padrone. Farà la stessa cosa tutti i giorni seguenti, rubando sempre un po' di cibo e portandolo con regolarità nella grotta al povero giovane, che potè riprendere le forze. Così, grazie all'aiuto di quel piccolo cane, San Rocco potè sfuggire alla morte. E i due divennero inseparabili.
Ecco che, a smentire ogni apparenza, si scopre che non è il cane a dovere qualcosa al Santo, ma esattamente il contrario.
Copyright foto interne:
1. Antica immagine di San Rocco;
2. Dipinto di Parmigianino "San Rocco e un donatore";
3. Dipinto di Bernardo Strozzi " San Sebastiano e San Rocco";
4. Statua di San Rocco a Binden in Germania;