Comincio dagli asparagi. Come forse saprete, tra le tante discussioni, diatribe e rivendicazioni esistenti tra francesi e italiani quando si parla di cucina, una celebre è quella che riguarda gli asparagi bianchi. Per noi sono un gioiello dell'agricoltura della zona di Bassano del Grappa nel Nord-Est italiano. Per i francesi sono il vanto incomparabile delle Lande di Guascogna, il Parco Naturale Regionale più vasto al mondo, dicono. Unicuique suum, avrebbero detto i latini.
Scoperti in tempi andati, solo grazie al caso e ad una violenta grandinata che aveva distrutto tutte le punte di asparagi emergenti dal terreno, vennero fuori i bianchissimi bastoncini bianchi che non avevano potuto godere dei benefici raggi solari, perché interrati, e non erano diventati verdi come tutti gli altri asparagi di questo mondo. Ma, ingrassati e bianchi come gessetti, erano diventati molto più saporiti e quindi pregiati. Anche in tempi tristi come questi, il loro prezzo è elevato quasi quanto la loro fama.
Insomma oggi, mon épouse, mia moglie, ha deciso di rendere meno triste il nostro confinamento e ha comprato gli ultimi asparagi bianchi rimasti sui banchi del supermercato a cento metri da casa. Il resto potete immaginarlo: li ha sapientemente lessati e nel frattempo ha preparato una squisita salsa gribiche per completare il succoso piatto. Che ve lo dico a fare? Da leccarsi le dita, credetemi!
Il bello di questa salsa è che costa poco e si prepara in pochissimo tempo. Occorrono solo due o tre uova sode, un cucchiaio di mostarda di Digione (ah, la France!), un po' di capperi e di cetriolini, prezzemolo, dragoncello, olio, aceto e pepe. Poi, è chiaro, occorre conoscere il modo di mettere insieme tali ingredienti per ricavarne una salsa grumosa, granulosa e densa come una maionese, ma molto, molto più gustosa e saporita. Gli asparagi bianchi vanno lessati in acqua leggermente salata e sono pronti per essere immersi in quel nettare giallo.
Dopo avere gustato questo vero gioiello della cucina francese, mia moglie ed io ci siamo chiesti quale sia il significato della parola gribiche. Sono partite le nostre ricerche, ognuno per proprio conto.
Lei ha scoperto che l'appellativo gribiche è apparso nel 1900 come una bizzarra creazione del linguaggio culinario, forse derivata dalla parola normanna gribiche, un oscuro appellativo attribuito ad una misteriosa figura di donna malvagia capace di spaventare i bambini. Una sorta di strega, insomma. Ma è difficile vedere il percorso semantico che dalla strega porta alla salsa. Forse una relazione tra il sapore forte e deciso della salsa e il carattere duro e misterioso di quella donna che mette paura ai fanciulli.
Le mie ricerche, invece, mi hanno portato altrove. Senza allontanarmi troppo dal rapporto tra una figura femminile dura e determinata e un bambino impaurito e sottomesso, ho scoperto nientemeno che un film francese muto, del 1926, intitolato Gribiche.
Niente a che vedere con gli asparagi, bianchi o verdi, né con le salse. Gribiche è il nome del protagonista del film: un ragazzino del popolo che un bel giorno vede uscire dai famosi grandi magazzini Les Trois Quartiers di Parigi una bellissima, giovane ed elegante signora mentre, distrattamente, lascia cadere dalla propria borsetta il portafogli. Gribiche non ha esitazioni, raccoglie il portafogli e rincorre la signora per restituirglielo. Lei è come fulminata dal gesto del fanciullo e dai suoi grandi occhi spalancati in ammirazione. Lei, una ricca americana, non esita un istante: anziché offrire una ricompensa al ragazzino, lo accompagna a casa, dove incontra la madre di lui, sola e abbandonata dal marito in povertà, e le chiede di poter adottare Gribiche. Le offre un po' di soldi e l'affare è fatto. Il ragazzino cambia vita, dimentica la miseria, comincia a frequentare una scuola, vestito come un damerino dai modi raffinati. Ci vuole poco perché la sua benefattrice inizi ad esibirlo in società come un trofeo. E le malelingue cominciano ad insinuare che forse non è solo per buon cuore e beneficenza che la signora ha voluto con sé Gribiche. Forse se ne accorge anche lui che, un bel giorno, abbandona tutto e se ne torna dalla mamma e alla vita di prima. Il film finisce qui.
Quale sia il nesso tra tutto ciò e gli asparagi è più che mai oscuro e inspiegabile, ma viene facile ricollegare e paragonare la storia della donna malvagia che spaventa i bambini nella favolistica normanna alla vicenda della ricca americana dalle intenzioni non proprio limpide nei confronti del piccolo Gribiche. A proposito, la ricca, giovane e ambigua protagonista del film, Françoise Rosay, diretta da suo marito, Jacques Feyder, era al suo esordio sullo schermo, ma sarebbe diventata una delle più brave e acclamate attrici del cinema francese.
Quanto ai deliziosi e gustosissimi asperges blanches en sauce gribiche, che ci hanno dato modo di scoprire cose insospettate e interessanti, potete reperire la ricetta completa sul blog di mia moglie:http://www.sophietheparisian.com/ Buon appetito!