Potete immaginare quale fosse la sua vita, lontana dalla patria, in un paese straniero con usanze diverse, in ristrette condizioni economiche e senza prospettive. Eppure, un giorno accadde qualcosa di straordinario. Ricevette la visita del suo papà, che arrivava da lontano e le portava una buona notizia: le aveva trovato marito! E, per farle cosa gradita, le aveva portato anche un dolce che lei amava da bambina, un dolce fatto in casa, morbido e soffice come una nuvola, imbevuto di essenze liquorose. A Maria venne subito in mente di quando, bambina, aveva chiesto al suo papà come si chiamasse quella leccornia. Lui, Stanislao, si era inventato là per là un nome: “…lo chiameremo come l'eroe del tuo libro preferito, Le Mille e una Notte!”. La piccola Maria, esultante aveva gridato subito: “Alì Babà! Sì, mi piace: babà… lo chiameremo babà!”
Con le lacrime agli occhi per il tenero ricordo di infanzia, Maria aveva quasi dimenticato la cosa più importante: suo padre le aveva trovato marito! “Chi è?”, domandò con un filo di voce. Imbarazzato, suo padre Stanislao riuscì appena a mormorare: “Si chiama… Luigi!”. “Scommetto che è un vecchio brutto povero e bavoso…”, azzardò Maria. “No, no… – si affrettò a dire Stanislao – è giovane e bello, ha sei anni meno di te, ed è… è ricco, ricchissimo!”
“Mi prendi in giro? – ribatté Maria – Che mestiere fa? Dove abita?”
“Lui… lui abita in un castello, a Versailles… e di mestiere fa il re!”
Sembra una favola, ma è tutto vero. La soave Maria era Maria Leszczyńska, figlia del re di Polonia Stanislao I, costretto all'esilio nel 1716. Il Luigi abitante a Versailles, era Luigi XV re di Francia e il dolce della favola era proprio il babà che conosciamo tutti.
La morale della favola? Eccola: il babà, orgoglio e vanto della pasticceria napoletana, non è nato a Napoli ma in Polonia.
Di storie come questa ne ho scritte più di duecento e sono tutte raccolte nel mio libro “Storia di cucina”, che sarà in libreria dal 5 novembre, edito da Piemme.