Una volta in cucina, vago con lo sguardo, poi comincio a toccare questo e quell'altro, in cerca di ispirazione. Il mio obiettivo è scatenare la fantasia per mettere insieme una cena. Nella dispensa c'è quel mezzo pacco di pasta di Gragnano avanzata l'altro ieri, in un angolo del frigo scopro della bottarga di muggine sarda… forse ho anche della colatura di alici di Cetara e magari dei capperi di Pantelleria, da qualche parte. Basta cercare dell'olio di oliva che non manca mai e un paio di spicchi d'aglio. Ecco, ho tutto quello che mi serve, questa sera la cena è fatta: “spaghetti bottarga e colatura”, un piatto che mia moglie adora.
Vado di là per dirglielo e la trovo davanti ad un armadio aperto, concentratissima. È talmente intenta a frugare che quasi non mi dà retta. Davanti ai suoi occhi ci sono pantaloni di tutti i tipi, bermuda, jeans, camicette di seta, abiti lunghi, corti, gonne al ginocchio, a pieghe, scozzesi, gli immancabili tubini neri e in basso una doppia o tripla fila di scarpe, con tacco 12, mezzo tacco, senza tacco, sandali, sneakers, mocassini, converse e così via.
Tira fuori dall'armadio una gonna a pieghe, una camicia a maniche larghe, una sciarpa, una borsetta intonata ai colori del resto e mette il tutto su un divano, con cura, con garbo, come se stesse vestendo una sua amica. Poi sceglie accuratamente delle scarpe, le accosta al resto. Manca ancora una cintura e degli indumenti intimi come reggiseno, sottoveste… e degli orecchini adatti.
La guardo sbalordito: ha fatto in camera sua esattamente ciò che io ho fatto in cucina: una precisa operazione #con_quello_che_hai.
È visibilmente soddisfatta, soprattutto perché ha ideato qualcosa di nuovo. Mi spiega che, catalogando ogni singolo capo di abbigliamento esistente nel suo guardaroba o in quello di qualsiasi altra donna di buon gusto è possibile creare un numero infinito di “insiemi” o di mises, alla francese, senza il rischio di sbagliare, di perdere tempo a provare e riprovare, di vestirsi sempre allo stesso modo. Vestire “green” e “smart” senza dover comprare “quello-che-hai” già!
I suoi occhi brillano, mi prende per mano e mi porta davanti al suo computer acceso. Sullo schermo ci sono immagini che spiegano tutto. Ha fotografato ogni cosa che ha in armadi e cassetti. Centinaia di schede con elementi componibili con un semplice clic: abito+soprabito+scarpe+cappello+guanti… tutti i possibili accoppiamenti e tutti perfettamente compatibili tra loro.
Ha già creato un sistema, forse si è servita davvero di un algoritmo, oppure ha inventato una app, insomma una diavoleria per mettere su qualcosa di utilissimo per qualunque donna. Da oggi lo propone su Instagram, lo brevetterà, lo metterà in commercio, lo sfrutterà sicuramente in qualche modo. In ogni modo: geniale!
Me ne torno in cucina. E se provassi anche io a fare la stessa con avanzi di pasta, barattoli di pomodori, scatolette di alici sotto sale, tonno sott'olio, avanzi di insalata, piselli sgranati, formaggi caprini…?
Non lo so, ma non mi sembra bello copiare.